POF! CHAMPAGNE – Astronomy Scledance

Forse i P!C assomigliano ai Residents se i Residents del Commercial Album avessero fatto The Piper At The Gates Of Dawn registrandolo a Los Angeles in cantina da Ariel Pink.
Però no. Sono due agresti true del Vicentino south of Vallarsa con la giacca fucsia e la barba spettinata e un retroterra musicale pieno di peyote e sentimiento nuevo. Hanno fabbricato chitarre scrause e strumenti analogici e corde rotte e tasti fottuti mettendoci sopra il timbro della legna, c’è chi dice che uno di loro si sia pure sparato le partite del AC Torrebelvicino campionato seconda categoria e che l’ altro abbia ucciso un cinghiale a mani nude nei boschi della Provenza al grido La Smettiamo?, traumi che li hanno legati cerebralmente fino alla trovata e alla realizzazione della diade Spring-Summer Session a nome Pof! Champagne, una quindicina di micro-pezzi registrati in Fiscerprais Studio e pronti a sbottonare i teorici del Che Minchia Di Genere Sarà. Non sono wave ma c’ hanno tutta la botta, non son barrettiani ma c’hanno sicuro il poster in camer(ett)a, non sono i red crayola ma qualcosa si son fumati pure loro, non sono la eee post sandro bong bond band epperò i cartoni animati e morricone in jam con bernard hermann: c’è. Quando cantano si triplicano i giri al minuto della mia girardenga, e volo tra armonie felici e memorie di infanzia, I play all the day with Crystal Ball. Appunto: Crystal Ball, da Summer Session. L’ attacco circolare iniziale è una roba da circo con sputafuoco e nani in delirio, e quando i due tirano su il flash pop di Magic Balls Everywhere è chiaro che in ogni secondo di S&S Session succede qualcosa. Cosa? Che in Departure due accordi sorridenti di chitarra siano il preludio a un tappeto d’ angoscia di synthazzi e voci effettate e distruzione sonica, che in Mother non succede fondamentalmente un cazzo che non fu già barrettiano fino a che non parte un ritornello di riconciliazione che spacca il culo ai piccioni mentre si scambiano un segno di pace, e importa zero che sia ancora più barrettiano del resto: si è già con l’ indice puntato al cielo. E se devi prendere ispirazione da qualcuno, diceva mio zio Maynard, prendi ispirazione da chi ha rockeggiato. Succede che la qualità atmosferica del tutto porta dentro bizzarrie gitane, sanremismi vocali e altalene emotive, spazi adibiti a cazzeggio&smanettamento, schitarrate punk e plettrate da 0.38 per farci prendere per mano, tappeti di tastiera e loop ipnotici. Devo scrivere un post-it: I wanna be a lion friend, Mr Chang, Cream ‘n Tangerine, Fakir Song, Hulk: la lista degli altri pezzi da mettere in legnaia. Ad ascolto finito i più svegli saranno indecisi se spararsi il director’s cut di Pollon Combinaguai o fiondarsi con la Delorean a seguire le lezioni di ascesi di Jerry Garcia spalmato su un prato strafatto di nutella o prender la chitarra e intonare un trallallà o schiacciarsi un torneo a Tricky Traps. Pof!Champagne makes situeiscion.